Confini (In)visibili, mostra fotografica di Pierluigi Dessì

Apre al pubblico dalle ore 20 di venerdì 21 luglio nello Spazio Ex Isola, in via Santa Croce a Cagliari, la mostra fotografica CONFINI (IN)VISIBILI di Pierluigi Dessì, realizzata a cura di Raffaella Venturi e promossa dall’Associazione Imago Mundi Onlus.

L’articolo originale è su castedduonline.it

La mostra, che resterà aperta fino al 5 agosto dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22, è inserita nell’ambito della manifestazione CagliariPaesaggio.

La mostra consiste nell’esposizione di 12 fotografie di paesaggio scattate da Pierluigi Dessì che mirano ad indagare le trasformazioni urbane nelle aree marginali della città, attraverso uno sguardo privo di pregiudizi. Una visione lucida e poetica di ciò che abitualmente non consideriamo degno di attenzione, (in)visibile appunto, che riguarda il nostro rapporto quotidiano con i luoghi che abitiamo.

“(…) Ci sono sguardi che vanno oltre “la banalità del mare”. Uno è quello di Pierluigi Dessì, fotografo che lavora sulla comunicazione, quindi sull’appeal dell’immagine, costruendo mondi perfetti. Poi, per propria necessaria compensazione, si rifugia nella realtà dei confini, delle periferie che non sono più nemmeno periferie, che non sono nemmeno non luoghi, ma piuttosto luoghi invisibili.

Ecco una diversa fotografia di paesaggio, scrittura visiva di una città in una delle sue tante propaggini. Propaggine storica, nel caso di questi dodici scatti, dedicati al versante Giorgino – ponte della Scaffa, limite urbano riscattato dall’essere crocevia del passaggio di Sant’Efisio, santo di tutta la Sardegna. Ma Dessì non sceglie il momento di quel passaggio, le strade con la ramadura di petali di rose e le traccas ricolme di pani e tesori della cultura materiale sarda.

Sono visioni difficili, problematiche. È un approccio, un pensiero sulla propria città, quello di Dessì, che va in giro a cercare estremità, lembi, confini. Si ferma davanti a un monumento all’insensatezza di cemento armato. Davanti a terra arsa di sterpaglie. Davanti a case che hanno due orizzonti: la superstrada e un canale di mare. Si ferma sul rapporto fra le erbacce e i pali delle luci di un campo sportivo. Sul rapporto fra diagonali, fra pieni e vuoti, fra architetture moderne e anni settanta. Si ferma e pensa che è persino bello, ciò che gli si para dinnanzi. Perché alle volte c’è più bellezza nell’abbandono che nell’antropizzato. Più poesia, senz’altro.

Si dispone, così, davanti a delle non inquadrature che, per sortilegio, diventano le fotografie più esatte che si possano fare dei margini della città. Non vuole parlare di degrado, di periferie, di disordine. Non vuole affermare nulla. Non vuole scattare nessuna foto definitiva. Rifugge da questi concetti.

Cartoline al contrario. Da una città invisibile. Da un guardare sul vuoto, sull’assenza, di spirito e spiritualità. Di progettualità. La città chiede progettualità, chiede sguardi, cure. Ecco una di queste cure, uno di questi sguardi. Nessun progetto. Semmai una fotografia che sa di essere fotografia, soprattutto quando si rivolge ai contesti più desolati della città, visibile e invisibile.” (Raffaella Venturi, castedduonline.it del 20 luglio 2017)
Progetto grafico di Alessandro Cortes. Si ringrazia Arti Grafiche Pisano per la stampa del catalogo.  La mostra è sponsorizzata dall’azienda Passamonti

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